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Che cos'è - Definizione agevolata delle controversie pendenti innanzi alla Corte di cassazione

Ultimo aggiornamento: 23 settembre 2022

Le controversie tributarie pendenti innanzi alla Corte di cassazione per le quali l’Agenzia delle entrate risulti integralmente soccombente in tutti i precedenti gradi di giudizio, con valore della controversia non superiore a 100.000 euro, possono essere definite con il pagamento di un importo pari al 5% del valore della controversia.

Anche le controversie tributarie pendenti innanzi alla Corte di cassazione per le quali l’Agenzia delle entrate risulti soccombente, in tutto o in parte, in uno dei gradi di merito con valore della controversia non superiore a 50.000 euro possono essere definite con il pagamento di un importo pari al 20% del valore della controversia.

Il valore della controversia è determinato dall’importo dell’imposta che ha formato oggetto di contestazione in primo grado, al netto degli interessi, delle indennità di mora e delle eventuali sanzioni collegate al tributo, anche se irrogate con separato provvedimento; per le controversie relative esclusivamente a sanzioni non collegate al tributo, il valore della lite è costituito dall’importo delle stesse – vedi articolo 16, comma 3, della legge 27 dicembre 2002, n. 289.

La domanda per ottenere l’agevolazione può essere presentata da chi ha proposto l’atto introduttivo del giudizio o da chi vi è subentrato o ne ha la legittimazione.

Possono essere definite in maniera agevolata solo le controversie per le quali il ricorso per cassazione è stato notificato alla controparte  entro il 16 settembre 2022 (data di entrata in vigore della legge n. 130/2022) e per le quali, alla data di presentazione della domanda di definizione agevolata, non sia stata depositata una pronuncia definitiva.