La convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità

Nel 2006 anche la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (CRPD) ribadisce che la disabilità è legata al rapporto fra persona e ambiente. Nel preambolo si legge infatti che “la disabilità è il risultato dell’interazione tra persone con menomazioni e barriere comportamentali e ambientali che impediscono la loro piena ed effettiva partecipazione alla società su base di uguaglianza con gli altri”.

Il cuore del problema non sta dunque nella condizione soggettiva dell’individuo, ma nei contesti sociali e culturali in cui la disabilità si manifesta. Ecco che viene richiamata l’attenzione sulla responsabilità collettiva che da ciò deriva: istituzioni e società civile sono chiamate a rimuovere o ridurre la disabilità, ed educazione e lavoro sono due ambiti particolari cui la Convenzione fa riferimento invitando a un impegno preciso.

Scrive Giampiero Griffo: “Molte sono le trasformazioni culturali, sociali, politiche e tecniche che questo testo introduce. Si passa dalla lettura tradizionale dell’incapacità come problema individuale alla presa d’atto che le persone con disabilità sono discriminate e senza pari opportunità per responsabilità della società; […] dalla condizione di essere considerati cittadini invisibili, a quella di divenire persone titolari di diritti umani; dall’approccio basato sulle politiche dell’assistenza e della sanità a quello che rivendica politiche inclusive e di mainstreaming; dal venir considerati oggetti di decisioni prese da altri a diventare soggetti consapevoli che vogliono decidere della propria vita”19.

La Convenzione ha uno scopo preciso: “promuovere, proteggere e garantire il pieno ed eguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità, e promuovere il rispetto per la loro intrinseca dignità” (art. 1), andando quindi oltre una prospettiva meramente sanitario‐assistenziale.

Nella Convenzione, documento internazionale giuridicamente vincolante ratificato dall’Italia nel febbraio del 2009 e dall’Unione europea nel dicembre del 2010, si consolida l’uso dell’espressione persona con disabilità.